Esordio

Cos’è l’attacco di panico? L’attacco di panico ha un esordio improvviso e i sintomi fisici possono essere riconducibili ad un attacco di cuore.
Spesso le persone vanno al pronto soccorso sicure di avere un infarto e vengono dimesse con la diagnosi attacco di panico.
Bene no? Non sempre…o almeno non sul momento…le persone riescono a gestire meglio i sintomi fisici di quelli psicologici.

 

La paura della paura

L’ansia, il panico, aprono una finestra su un baratro interno che fa paura perché fino a quel momento (spesso) è totalmente sconosciuto.
L’attacco di panico lascia un’impronta fortissima : la paura della paura. Anche se l’attacco non si ripete, o si ripete pochissime volte, la persona è terrorizzata da poter rivivere quelle sensazioni e comincia a mettere in atto dei comportamenti di evitamento.

 

La gabbia

Evita tutte le situazioni che possono essere considerate pericolose, principalmente quelle in cui si è verificato il primo attacco.
Ecco la gabbia…un luogo dove sentirsi al sicuro, protetto, ma nello stesso tempo un luogo che limita, che toglie spazio vitale.
Uso spesso l’immagine della gabbia aperta in terapia per aiutare le persone che si sentono oppresse, rinchiuse, a capire che possono uscire da quel luogo angusto in qualsiasi momento.

 

Il percorso terapeutico

Il percorso terapeutico sostiene le persone e aiuta ad affrontare la paura e a dare significato ad un’ esperienza che viene vissuta come destabilizzante, ad uscire dalla gabbia dapprima con piccoli voli poi per esplorazioni sempre più distanti.
La gabbia si può costruire anche con la richiesta di aiuto.

Cito da G. Nardone

Non c’è notte che non veda il giorno :
“ogniqualvolta chiedi aiuto direttamente o indirettamente per non rimanere sola o per non cadere nel panico tu ricevi contemporaneamente due messaggi .
Il primo è rassicurante : ”ti aiuto, ti proteggo, quindi stai tranquilla”
Il secondo è patogeno : “ti proteggo perché non sei in grado di farcela da sola”.
Questo secondo messaggio ripetendosi nel tempo, non solo mantiene il tuo problema ma tende a farlo peggiorare…”