Vis medicatrix naturae

Vis medicatrix naturae

“fortunatamente la psiche umana, come le ossa, è fortemente incline all’autoguarigione. Il lavoro dello psicoterapeuta, come quello dell’ortopedico, è di fornire quelle condizioni in cui l’autoguarigione possa meglio avvenire”
J.Bowlby


Vis medicatrix naturae..ovvero la tendenza spontanea a guarire.

(estratto da “fattori terapeutici specifici e comuni in psicoanalisi”-L. Pancheri,F:Paparo):

La vis medicatrix naturae è una tendenza del corpo a guarire spontaneamente: le ferite si cicatrizzano, il cervello ha la capacità di compensare una lesione utilizzando altree aree. Si può supporre, secondo gli autori, che questo possa avvenire anche per le “guarigioni” psicologiche Utilizzando il concetto di self-righting (autocorrezione), mutuato dall’embriologo Waddington, ci riferiamo alla tendenza naturale al raggiungimento del proprio sviluppo ottimale ma anche a ristabilire l’equilibrio psicologico alterato.
Bowlby afferma

“mentre alcuni terapeuti tradizionali potrebbero essere descritti come persone che adottano l’atteggiamento “io lo so, io te lo dico” la posizione che io sostengo è “tu lo sai, dimmelo”.

Winnicott sostiene

“ l’analista non può compiere alcun lavoro se non possiede una fiducia nella natura umana e nel processo dello sviluppo”.

Per Kohut

“per tutta la vita il Se’ cerca costantemente di completare il suo sviluppo superando gli ostacoli che si sono frapposti.”

Questo articolo, che ho sintetizzato , mi ha colpito …scritto da psicoanalisti ha comunque messo in risalto come il concetto di tendenza attualizzante di Rogers e la fiducia nel cambiamento umano, che sono i cardini della teoria rogersiana, possano essere concetti condivisi da altri approcci.
Ancora che l’atteggiamento del terapeuta non puo’ essere direttivo, nel senso di dire alla persona cosa fare, nel sostituirsi a lui nella ricerca di soluzioni ma deve avere fiducia nella capacità dell’altro di essere l’esperto di se stesso e di sapere, favorendo le condizioni adeguate, cosa fare .
Il compito del terapeuta è anche di battere il tempo del cliente, accompagnarlo in terreni che lui è pronto ad esplorare .

A questo proposito mi viene in mente una poesia di A. Camus:

non camminare davanti a me, potrei non seguirti
non camminare dietro di me, non saprei dove condurti
cammina al mio fianco e saremo sempre amici
A. Camus

Il terapeuta sta al fianco ponendo in essere le condizioni che facilitano il cammino, che per noi rogersiani sono l’accettazione positiva incondizionata, la congruenza e l’empatia.

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